Qualche mese fa un corsista, Lorenzo, mi ha inviato una domanda interessante: come fare a scrivere bene, stando attenti ai dettagli mostrati ed evitando collegamenti "raccontati" (mentre, poi, quando ecc.), e allo stesso tempo evitare di scrivere troppe frasi brevi e con strutture ripetitive?
Per esempio, mi scriveva, notava una netta differenza tra alcuni testi ben scritti, ma più acerbi, che segnalo nel Corso Avanzato di Scrittura Creativa e un testo maturo come Sangue del Mio Sangue di Giuseppe Menconi. All'apparenza rispettano tutti le buone norme di scrittura, ma l'ultimo romanzo di Menconi è molto più fluido e variegato nella lunghezza delle frasi.
La trappola di scrivere un sacco di frasi brevi per non cadere in errori è un errore anch'esso, ed è peggiore del problema che cura visto che la scrittura non solo suonerà artificiosa ai lettori, ma sarà anche "irrealistica" in quanto non simulerà l'esperienza sensoriale...
Hai mai sentito questa citazione di James N. Frey?
Non supererai mai il blocco dello scrittore se ti alzerai e lascerai la macchina da scrivere. Otterrai solo di rendere più facile lasciar perdere la prossima volta.
Questa dichiarazione non è del tutto esatta, ma contiene del vero se contestualizzata. Non si è scrittori se non si scrive, ma come fare a scrivere? Imporsi come un dovere la scrittura non è la soluzione giusta, per molti. Meglio tramutare la scrittura in un piacere che si agogna in ogni momento in cui non lo si sta facendo.
Il bilanciamento tra piacere e dovere non è facile: di solito si inizia a scrivere per piacere, ma poi la pressione sociale diventa soverchiante e il semplice fatto che gli altri si aspettino che tu scriva (magari hai parlato agli amici del tuo romanzo), può bloccarti nello scrivere.
Il classico problema del tentare di stimolarsi a scrivere pubblicando un capitolo per volta... ma poi arriva il primo...
Voglio riflettere con te su questa citazione di James N. Frey, un famoso romanziere e autore di manuali di scrittura:
"Le buone storie provengono da personaggi ben caratterizzati che si affrontano l'un l'altro in un conflitto di volontà."
Sembra banale da dire, ma non c'è differenza tra azione e caratterizzazione dei personaggi: ogni aspetto del personaggio è votato all'azione drammatica quindi non esiste un approfondimento psicologico che sia superfluo se è strettamente connesso all'azione drammatica.
Se non è connesso all'azione allora non c'entra con il personaggio e non c'entra la storia, e quindi è irrilevante. Ricorda quanto spiegato nel Corso Base di Sceneggiatura.
Sommare dettagli su dettagli a caso non è eleganza: è diluire riducendo l'impatto drammatico. Deve esserci tutto il necessario, non di meno e non di più.
Dopo aver visto Rambo nessuno sa quale fosse il fumetto preferito del protagonista quando era un...
Uno dei miei migliori studenti, Livio Gambarini, ha firmato un contratto con Edizioni Piemme (Gruppo Mondadori) per pubblicare un romanzo storico! Un thriller ambientato nel XII secolo in Nord Italia.
Livio è stato uno dei miei primi corsisti, nel lontano 2014, quando tutto il mio sistema di insegnamento si riduceva a meno del Corso Base gratuito attuale. Da allora è rimasto un mio corsista e ha avuto modo di espandere il proprio studio, a mano a mano che procedeva con la pubblicazione dei suoi romanzi, con il Corso Avanzato attuale.
Dal 2013 a oggi ha pubblicato con diverse piccole case editrici, inclusa la mia preferita per l'ambito fantastico italiano, Acheron Books, ed è stato uno dei pochi autori italiani con cui ho lavorato direttamente a livello di progettazione della storia (per Eternal War 2 ed Eternal War 3). Come sapete sono molto selettivo su chi accettare o meno per lavorarci.
Dopo tanto lavoro e tanto studio, finalmente Livio è arrivato...
Si dice sé stesso con l'accento, oppure si dice senza? La situazione è molto chiara, ma in Italia siamo riusciti a renderla complessa. Scopriamo come!
Il pronome tonico riflessivo sé richiede l'accento acuto, ("ognuno pensi per sé") per distinguerlo dal se congiunzione ("se te ne vai, avvertimi") o pronome atono ("se ne andò").
A scuola ti avranno probabilmente insegnato che quando viene abbinato con stesso, stessi o medesimo bisogna togliere l'accento da sé e fare "se stesso", "se stessi" o "se medesimo".
Eppure viene così naturale scrivere con l'accento. Così ovvio. Così elegante, visto che non adottiamo una regola ulteriore. Davvero non possiamo accentare?
Ci vuole davvero poco a rispondere. Basta guardare cosa dicono gli esperti e il parere è praticamente unanime: sé stesso con l'accento non solo è corretto, ma è addirittura preferibile. Cominciamo!
Oggi voglio parlarti di un segno utilissimo nei dialoghi. Un segno che potresti aver visto raramente, o perfino mai, nei romanzi... ed è uno dei moltissimi motivi per cui tanti libri sono realizzati male.
Un segno che dal 2014 sto lottando per diffondere in Italia, da quando sono direttore editoriale, e a me si sono uniti diversi autori e colleghi editori.
Si chiama em dash, o lineetta emme. Questa qui: —
Esiste, anche in italiano, come esiste la lineetta enne (en dash): –
E no, non sto parlando del trattino (hyphen), che è molto più corto di entrambe: -
Tutto chiaro fin qui? Okay.
Ognuno di questi segni ha usi specifici differenti e uno di questi usi, specifico della em dash (quella lunga), è nel troncare di botto una battuta di dialogo (sia nel mezzo di una parola che a fine parola).
Simula l'effetto di qualcosa, o qualcuno, che ci spezza la frase in bocca e noi non la completiamo: qualcuno ci blocca con un gesto o ci parla sopra oppure un...
Ho visto Dunkirk e mi è piaciuto molto, anche se non mi ha lasciato la voglia di rivederlo. È il tipo di film che preferisco, con personaggio credibili che fanno cose eroiche ma possibili invece di eroi esagerati che fanno cose palesemente da film e basta. Avevo un po’ di timori per via del problema di fondo di questo genere di film storici che cerca di presentare prima di tutto l’evento, lo scenario, invece di costruire una storia tradizionale sfruttando la base storica.
Voglio concentrarmi su alcuni aspetti narrativi. Non parleremo della regia o delle scelte visive, perché non è il mio campo. Non parleremo degli eventuali anacronismi ed errori, ma se proprio volete vi lascio un link a tema. Non parleremo del fatto che la spiaggia di Dunkerque qui rappresentata sia molto meno caotica di quella reale, per cui il regista Nolan ha preferito rappresentarla più sobria e assieme opprimente, con meno soldati di quelli reali, meno aerei e...
Proseguiamo l’analisi del primo film della serie Arma Letale. Nell’articolo precedente abbiamo analizzato l’opera dall’inizio al midpoint, rivelando che si tratta di un midpoint incompleto a livello di conflitto esterno, ma che questa incompletezza non la considero un reale problema del midpoint, a differenza di quanto scrive la Marks, ma un tipo di errore diverso. Completiamo l’analisi!
Al mattino Murtaugh e Riggs discutono di chi potrebbe aver avvelenato Amanda Hunsaker: forse non è stato un uomo, forse con lei nella stanza c’era una donna. Capiscono che probabilmente è stata Dixie, la prostituta che pur non essendo di quella zona ha detto alla polizia di aver visto tutto, forse per scagionarsi nel momento in cui qualcuno l’aveva vista lì accanto al cadavere.
I due poliziotti hanno raggiunto una notevole intesa, sono una squadra in grado di decidere la mossa...
Nell’articolo precedente abbiamo discusso la struttura generale del primo film della serie Arma Letale, concentrandoci sul difetto fatale, sulle caratteristiche dei protagonisti, sul punto di vista tematico e su che genere di antagonisti fossero idonei alla storia.
Abbiamo visto che in astratto la struttura è elegante, e infatti tutti i problemi che troveremo saranno quelli in fase concreta di realizzazione. Soprattutto nella seconda metà del film, che discuteremo la prossima volta. Oggi analizzeremo gli elementi della storia dall’inizio al midpoint!
Nota di servizio: la versione del film che sto commentando è quella director’s cut da 117 minuti, ma essendo un dvd-rip a 25 fps risulta lunga, titoli di coda esclusi, 110 minuti. Se volete fare riferimento alla versione originale a 24 fps, considerate una differenza del 4% circa sul minutaggio in meno nella mia.
Il primo atto inizia con una ragazza mezza nuda che si lancia da un balcone e si...
Pronto a fare un po' di esercizio?
Iniziamo a occuparci del primo film della serie Arma Letale, eseguendo un’analisi completa dei suoi aspetti secondo il modello fornito dalla Marks. Ho scelto questo film perché è particolarmente adatto all’uso didattico e ha diversi problemi che la Marks, nella sua analisi in L’arco di trasformazione del personaggio, non sottolinea adeguatamente.
Con altri film non è detto che faremo l’analisi intera, anzi, probabilmente ci concentreremo sull’arco di trasformazione e sul difetto fatale a scapito della progettazione iniziale della struttura tematica dell’opera. Questa volta invece vedremo entrambi gli aspetti per esteso, e aggiungeremo delle cose in più che la Marks non tratta, ma che sono molto utili da sapere. Lasceremo invece da parte le spiegazioni estese su alcuni dettagli secondari, tanto le trovate sul libro.
Cominciamo ricordando un aspetto importante: in questa storia abbiamo...
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