[Questa è la quarta lezione del Corso Base di Sceneggiatura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]
Abbiamo detto che il personaggio deve fallire finché non cambia sé stesso per adeguarsi alle nuove sfide. Questo però non significa che debba fallire tutto sempre e comunque, ma che nell’insieme debba fallire.
Cosa intendo? Il personaggio deve fallire per colpa del suo difetto fatale (la specifica caratteristica che impedisce la vittoria) e questo implica anche il vincere nel modo sbagliato e trovarsi una vittoria che si tramuta in una sconfitta. Il meglio che può avere è una vittoria di Pirro. Se qualcosa pare andare bene al protagonista, successivamente questa stessa cosa porterà a una sconfitta ben superiore al poco guadagnato!
Paolone detto “lo Zampone” è un malavitoso impulsivo e poco propenso a...
[Questa è la terza lezione del Corso Base di Sceneggiatura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]
Hai una storia, hai un personaggio che ti sembra ben fatto, hai molto conflitto, ma qualcosa non funziona. Non prende davvero in pieno come dovrebbe. Perché? Forse perché la vicenda del protagonista non è abbastanza personale.
Una storia è personale quando riguarda il singolo individuo. Non confondere lo scenario in cui si svolge la storia con la storia stessa. Allo scopo di una storia, lo sfondo della vita quotidiana di un quartiere residenziale oppure i campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale sono la stessa cosa. Quello che conta è solo l’effetto che gli eventi avranno sul personaggio e come lui reagirà nella propria vicenda.
C’è chi arriva a togliersi la vita travolto da drammi che altri riescono a superare e chi attraversa un...
[Questa è la seconda lezione del Corso Base di Sceneggiatura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]
Cominciamo con le basi: che cos’è una storia?
Se vai a fare la spesa, compri quello che ti serve e torni a casa, tutto liscio, senza contrattempi, è una storia? No, non nel senso che ha una storia nella narrativa, film inclusi.
E allora che cos’è una storia?
[Questa è la prima lezione del Corso Base di Sceneggiatura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]
Prima di passare alle lezioni che affrontano i singoli dettagli sulla progettazione di una storia, meglio chiarire subito "perché" bisogna studiare la sceneggiatura.
Ti ricordo che useremo "sceneggiatura" come sinonimo di progettazione delle storie, come abitualmente intesa nei manuali che la insegnano, e non nel senso tecnico della "forma" delle sceneggiature scritte per il cinema. Ciò che studierai qui è applicabile in generale a film, serie tv, romanzi e videogiochi.
In questa lezione introduttiva ti spiegherò come mai è molto importante conoscere come si progettano le storie prima di immaginare la propria. Tentare di aggiustare a posteriori una storia già immaginata in precedenza può essere un’esperienza molto complessa e, talvolta,...
[Questo è l'ultimo articolo del Corso Base di Scrittura: se vuoi fare questo corso per imparare a scrivere in modo immersivo ti consiglio di partire con l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura!]
Ora hai le basi fondamentali per capire cosa rende efficace la narrativa, se il tuo scopo è quello di emozionare e intrattenere il lettore, e come produrre un testo immersivo in cui la scrittura divenga trasparente e rimanga solo l’esperienza concreta, sensoriale, dell’entrare nel corpo e nella mente del personaggio.
La forza catartica del divenire il personaggio è un’esperienza fortissima, incredibile, che può davvero aprire la mente del lettore e insegnargli a vedere il mondo con gli occhi degli altri, al di fuori dei propri schemi a pregiudizi. Divenendo altri, e non limitandoci a giudicarli da fuori, arricchiamo noi stessi.
Non privare i tuoi lettori della vera forza, della vera utilità sociale,...
[Questa è la tredicesima lezione vera e propria del Corso Base di Scrittura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]
Prima cosa a cui badare: l’uso delle parole straniere in virtù di una loro specificità. Spesso, soprattutto nei romanzi storici, ci sono parole straniere di quell’epoca e di quella cultura che rappresentano, oggi, termini tecnici di un dato settore, per esempio quello dello studio delle armi.
Per semplicità farò degli esempi sulle armi, visto che il problema affligge spesso gli autori di romanzi storici e di fantasy, anche per la scarsa affinità realmente tecnica con quest’argomento oplologico, ma gli stessi ragionamenti che vedrai nella lezione si applicano a qualsiasi altro ambito… incluso quello della storia della birra, che conosco bene.
Usa i termini tecnici in lingua straniera il meno possibile: dal punto di vista del...
[Questa è la dodicesima lezione vera e propria del Corso Base di Scrittura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]
Non usare forme incerte come “quasi”, “piuttosto” o simili. Non esiste incertezza nella realtà. Se stai vedendo qualcosa, stai vedendo qualcosa, e non quasi qualcos’altro. Concretizza.
Se vedi un gatto con il pelo rossiccio che manda riflessi arancioni sotto i raggi del sole, lo descriverai così, non dirai che ha il pelo “quasi rosso”. Se un uomo indossa solo le mutande dirai che è in mutande, non che è “semi nudo”.
Spesso i “quasi” e simili formule nascondono la pigrizia del Raccontato. Invece di Mostrare con dettagli concreti e azioni ciò che avviene, si riassume tutto in poche parole statiche e asettiche, incapaci di emozionare, ma molto più...
[Questa è l'undicesima lezione vera e propria del Corso Base di Scrittura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]
Evita gli avverbi in “–mente”. Sono inutili e fastidiosi. Segui la regola per cui ciò che non migliora la frase allora la peggiora (concettualmente sempre all’iceberg di Hemingway e ad Aristotele si torna).
Guarda queste frasi:
La seconda frase ha lo stesso significato della prima? Sì. Quel “semplicemente” nella prima frase serve a qualcosa? No. Allora è meglio la seconda.
Ora modifico il commento di nuovo, tramutando il timido “in alcuni casi” nella versione più realistica “spesso” e levando “usati”, visto che è sottinteso che se ci sono degli avverbi nella...
[Questa è la decima lezione vera e propria del Corso Base di Scrittura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]
Come accennato all’inizio del manuale, mi aspetto che tu sappia come sono fatti i dialoghi in un romanzo, il tipico discorso diretto in cui le battute dei personaggi sono riportate parola per parola, introdotte o circondate tipicamente da dei segni grafici come la lineetta (– Bla.), le virgolette caporali («Bla bla.») o le virgolette alte (“Bla bla.”). In Italia le più utilizzate sono le virgolette caporali, mentre nel mercato anglosassone si usano al loro posto le virgolette alte.
Quali utilizzare di questi segni e come gestire la punteggiatura di chiusura delle battute dipende da editore a editore, e spesso ogni collana di un dato editore può avere standard diversi (puoi vederlo facilmente verificando opere di diverse collane della...
[Questa è la nona lezione vera e propria del Corso Base di Scrittura: se hai perso l'introduzione al Corso Base di Scrittura e Sceneggiatura, ti consiglio caldamente di leggerla!]
Ultima lezione di approfondimenti per il Filtro del Personaggio. Dal prossimo articolo passiamo ad altri argomenti di scrittura.
Torniamo per l’ultima volta al nostro Gino. Se proprio vogliamo possiamo mettere un commento sul fatto che Gino sia stupido o disonesto sotto forma di pensiero del PdV (esplicito se la penetrazione è sempre leggera o mischiato nel filtro generale se è sempre profonda) o di battuta di dialogo. Ma sia chiaro che lo inseriamo col personaggio in quanto PdV, non come invasione del Narratore!
Il PdV permette certe definizioni vaghe, Raccontate, perché la mente realisticamente pensa talvolta in termini “generici” (idem i dialoghi accettano termini vaghi o avverbi in “–mente”),...
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